Cronache e storie


FRED JONES, IL BARONE BLU

Nel 1975 l'Italia è stata teatro di un'impresa aerostatica assai singolare e sconosciuta ai più: il volo a quasi 6000 metri di quota di un uomo appeso ad un grappolo di palloncini colorati.


Fred Jones, il Barone Blu Il volo é stato uno dei più grandi sogni dell’umanità. Un sogno reso possibile per la prima volta, almeno per quanto ne sappiamo, dai fratelli Montgolfier nel 1783. Nei due secoli successivi sono seguiti innumerevoli altri voli con mongolfiere, palloni a gas, dirigibili, aerei e poi razzi e navicelle spaziali, macchine volanti sempre più sofisticate. Oggi volare, almeno su un comodo aviogetto di linea, non è più un’esperienza riservata a pochi avventurosi privilegiati ma un evento abbastanza comune nella vita di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Forse è proprio per questo che alcune persone, nel volo come in molte altre attività, proprio quando ai più sembra non ci sia più niente da scoprire, si ingegnano per trovare nuovi modi per fare cose che sembrano essere diventate banali. Una di queste persone è Fred Jones, altrimenti conosciuto come il Barone Blu, che è stato capace di raggiungere quasi 6000 metri di quota appeso ad un grappolo di 450 palloncini colorati. E poi, evidentemente non pago di questo exploit, ha pensato di mettere le ali alla sua bicicletta e decollare da un pendio vicino a casa librandosi fino a 500 metri di quota. Un pazzo? Uno stravagante? Un visionario? Forse tutte queste cose messe insieme o forse no, ma è proprio anche grazie alla fantasia di alcun "folli" che l’umanità è stata in grado di raggiungere traguardi inimmaginabili come appunto volare.

Il volo 'in palloncino' del Barone Blu La storia del volo "in palloncino" del Barone Blu prese corpo nel giugno del 1975 quando Fred Jones espose la sua idea al fabbricante di palloni bolognese Luigi Rontini il quale, conquistato dall’entusiasmo di quel singolare personaggio e dopo aver superato l’iniziale scetticismo, decise di sostenere la stravagante impresa. Nonostante l’apparente bizzarria delle sue trovate Jones non lasciava nulla al caso e, come in altri casi, l’evento fu studiato minuziosamente e curato fin nei minimi dettagli. I calcoli e le prove durarono alcuni mesi: Fred verificò la tenuta dei palloncini in laboratorio variando la pressione a seconda della quota e fugando il timore che lo scoppio di un palloncino potesse provocare l'esplosione a catena di tutti gli altri innescando una reazione incontrollabile. Jones calcolò che ogni pallone era in grado di sollevare tra i 300 e i 330 grammi. Per eliminare il problema della accumulo di cariche elettrostatiche per i cavi di sostegno e gli indumenti del pilota furono impiegate solo fibre naturali. Il luogo per il volo fu scelto presso il maso Muller tra i boschi di San Genesio, località a poca distanza da Bolzano dove un piccolo ed eterogeneo gruppo di persone si ritrovò in una limpida mattinata di settembre. Con Fred Jones c’erano la moglie Gabriella ed il figlio Harry di nove anni, Luigi Rontini, giunto apposta da Bologna per sovrintendere al gonfiaggio dei palloncini, Heinz Weiss, proprietario di una piccola fabbrica di jeans e maglieria, amico e finanziatore dell’impresa, tre "majorette" che indossavano la maglia con il logo del Barone Blu ed alcuni amici. Nel giro di tre ore quattrocento palloncini vennero gonfiati con elio e quindi riuniti in un solo enorme grappolo assicurato ad una struttura metallica fissata ad una piccola piattaforma. Prima del decollo Jones procedette ad un accurato e minuzioso controllo della strumentazione "di bordo" e delle "apparecchiature tecniche" costituite da: altimetro, termometro, radio ricetrasmittente, macchina fotografica, coltello per tagliare la zavorra, diario di bordo, apparecchiatura di discesa (ovvero una fionda con chiodi da tirare contro i palloncini), forbici, bende, cerotti e un piccolo paracadute di emergenza. Il peso complessivo dell’"aeromobile" a pieno carico si aggirava attorno ai 120 kg. I preparativi finirono per richiedere un tempo maggiore del previsto e nel frattempo si levò anche un leggero vento. Jones calcolò allora che fosse necessario aumentare la velocità di salita di quattro metri al secondo e per ottenere questo decise di aggiungere altri venti palloncini.
Giunse infine il momento del decollo: il Barone Blu salutò tutti i presenti e tagliando di netto la corda che lo vincolava al suolo iniziò a salire velocemente divenendo ben presto solo un puntino nel cielo. In venti minuti Jones raggiunse la quota di 5800 metri. A quell’altitudine la temperatura era di 5 gradi sotto zero e i palloncini, che a terra avevano un diametro di 90 centimetri, per effetto della minore pressione atmosferica si espansero e raggiunsero il diametro di 120 centimetri. Una corrente d’aria cominciò allora a spingere l’"aerostato" a est verso le Dolomiti. Solo in quel momento Jones si accorse che nella fretta aveva preso con sé entrambe le ricetrasmittenti trovandosi così nell’impossibilitò di comunicare a terra la sua rotta. Intanto la corrente lo sospingeva sempre più verso le Dolomiti e verso le nuvole e Jones decise allora che era meglio scendere velocemente e con l’ausilio della fionda e dei chiodi cominciò a provocare l’esplosione dei palloncini fino a raggiungere la velocità di discesa voluta e a controllare l‘atterraggio che avvenne senza danni e tra lo stupore di alcuni turisti sui prati dell’Alpe di Siusi ai piedi del gruppo montuoso dello Sciliar dopo un volo di ben 150 chilometri. L'esperimento era riuscito, l'impresa compiuta e Fred Jones, il Barone Blu, si era conquistato il suo posto nella storia del volo umano e dell'aerostatica.
(queste informazioni sono state tratte dal sito www.montgolfier.it)

Il Barone Blu e la sua bicicletta volante
Per saperne di più sulla vita e le imprese di questo originale aeronauta segnaliamo il libro

"Il Barone Blu, l'avventuriero del secolo" di Fred Jones e Andrea Pozza

Il libro è pubblicato da Bellavite Editore ed è acquistabile on line sul sito www.bellavite.it

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