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Bibbiano2009 - 22° Campionato Italiano di Volo in Mongolfiera 22° Campionato Italiano di Volo in Mongolfiera


Le pagelle

PAOLO OGGIONI - Voto 9
Chi lo avrebbe mai detto che il segreto stava tutto nei capelli? E' bastato che il Sansone del cuneese si facesse ricrescere la zazzera per cogliere l'alloro della vittoria da portare in dono alla sua dolce e fedele Dalila. Lanzoni gli tiene il fiato sul collo ma il nostro eroe non si fa impressionare, ribatte colpo su colpo, ringrazia la dea bendata per l'errore di Botti e incornicia una gara condotta sempre ad alto livello. Olimpico.

LUCIANO LANZONI - Voto 8,5
Dopo un inciampo iniziale il faentino volante colleziona solo risultati utili, contende a Oggioni e Botti ogni task mentre tiene a bada tutti gli altri pretendenti e alla fine manca la vittoria solo per un soffio. Gli sfugge il titolo ma non la sua fama di combattente freddo e determinato che appena gli lasci un po' di spazio ti infila come un tordo senza tanti complimenti. Spitfire.

ROBERTO BOTTI - Voto 8-
Martin per un punto perse la cappa e Botti per pochi secondi ha perso la coppa. Ovvero: galeotto fu il marker e chi lo lanciò (in ritardo). Conduce la sua gara a ritmi elevati e quando già assapora la vittoria, lungamente attesa, una verifica delle tracce Gps rivela un'infrazione di tempo che lo penalizza quel tanto che basta a togliergli punti e titolo costringendolo a rimettere in fresco lo champagne. Il bronzo è comunque strameritato.

GIOVANNI AIMO - Voto 7,5
Il Numero Uno nazionale è come un titolo di Stato: non sempre frutta quanto si vorrebbe, ma l'investimento è sicuro. Questa volta il suo rendimento è stato un po' altalenante, forse penalizzato dalla stanchezza per l'organizzazione dei Wag. Resta giù dal podio ma è comunque quarto per il secondo anno consecutivo, segno che per le pantofole e il caminetto c'è ancora tempo. Inossidabile.

PAOLO BONANNO - Voto 7,5
Una controversa decisione del direttore di gara sul terzo task con strascico di discussioni, reclami, proteste e convocazione della giuria gli sottrae punti preziosi. Sarebbe stato comunque quarto, ma come per una squadra che subisce lo shock di un gol irregolare al terzo minuto di gioco, resta il dubbio di cosa avrebbe fatto se la decisione del direttore fosse stata diversa. Se Aimo è un Bot, Bonanno è un investimento immobiliare.

CARLO ROVELLI - Voto 6,5
Come dicevano a scuola i maestri di una volta, il ragazzo è bravo ma non si impegna e lavora solo quel tanto che basta per arrivare alla sufficienza. Sesto su tredici è pur sempre un buon risultato, ma appunto è solo la sufficienza. Insomma, potrebbe fare di meglio. E dire che se solo volesse sarebbe tra i primi della classe (o quasi), come dimostrano i due task vinti e altri buoni piazzamenti. Svogliato.

DAVIDE MORANDO - Voto 6
Paganini non ripeteva e nemmeno Morando. Nello stesso luogo dove tre anni fa si piazzò terzo il torinese infatti non concede il bis. Parte un po' sottotono, si risolleva, ma poi alla distanza non riesce a mantenere la continuità della prestazione e qualche flessione di troppo finisce per compromettere il risultato finale. Gaussiano.

GIUSEPPE FORGIONE - Voto 5,5
Nei momenti di lucidità dimostra di avere buoni numeri, anche se per ora non riesce a farli coincidere con quelli della classifica finale. In un suo personale campionato è stato sicuramente il vincitore, anche se ci sorge un dubbio: la sua condotta di gara è stata il prodotto di una raffinata strategia o il frutto di pura e semplice pazzia? Freudiano.

GIANNI CURTI - Voto 5,5
L'architetto volante sa di certo maneggiare bene riga e compasso, ma nel volo questa volta non riesce a trovare la "quadra" e la costruzione alla fine gli viene un po' incerta: più che il razionalismo di un Mies van der Rohe ricorda le stravaganze di un Gaudì. La musica non è male, ma due acuti non bastano a rianimare una composizione un po' sottotono.

PIERGIORGIO BOGLIACCINO - Voto 5+
Se Carletto Rovelli non si impegna abbastanza, Boba di studiare non ne vuole proprio sapere. Vince un task, ma per il resto preferisce passare il tempo al bar con gli amici o a correre dietro alle ragazze e se si presenta in classe si limita a scaldare il banco. Non consegna il compito in bianco, è vero, ma per la sufficienza non basta. Pierino.

GIULIO SBOCCHELLI - Senza voto
Il suo è un campionato al cardiopalma, nel senso che è capace di precipitare dalle parte alta della classifica al fondo nel giro di pochi task per poi risalire in quelli successivi e di nuovo finire in basso. Se lo si traducesse in un grafico potrebbe sembrare la traccia di un sismografo durante un terremoto. Cuore matto.

RICCARDO TROMBETTI - Senza voto
Parte abbastanza bene ma poi non riesce a liberarsi dalla zavorra e si ritrova (quasi) sempre a svolazzare nella parte bassa della classifica. Forse è consapevole di non poter competere coi più forti ma comunque non si dà mai per vinto. I numeri alla fine sono quelli che sono, ma non sempre la classifica dice tutto.

IGOR CHARBONNIER - Senza voto
Alla vigilia, come da qualche anno a questa parte, era sicuramente tra i maggiori pretendenti al podio se non addirittura alla vittoria finale. Parte un po' in sordina ma poi inizia a carburare, solo che ad un certo punto pensa bene di litigare prima con una gru e poi con il regolamento e la direzione di gara. Le penalità subite compromettono pesantemente la classifica e alla fine decide di ritirarsi. Un campionato da dimenticare.



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