Tecnica/4

Il pallone Rozier

Un moderno esempio di pallone Rozier: il Breitling Orbiter III con cui B.Piccard e B.Jones nel 1999 hanno realizzato il primo giro del mondo in pallone senza scalo Il pallone Rozier prende il nome dal grande aeronauta francese Jean François Pilâtre de Rozier, il primo uomo ad aver effettuato un volo vincolato ed il primo volo libero su una mongolfiera nel 1783. Il 15 giugno del 1785 Pilâtre morì a bordo di una "aeromongolfiera", un pallone con la parte superiore sferica dell'involucro gonfiata a idrogeno e la parte inferiore cilindrica funzionante come una mongolfiera. Il pallone Rozier, quindi, è un aerostato "ibrido" che unisce il pallone a gas e quello ad aria calda.
In effetti questo tipo di pallone dovrebbe chiamarsi pallone Zambeccari perché fu proprio il grande aeronauta italiano il primo a ideare un pallone "a doppia camera": solo una settimana dopo il primo volo umano egli, in una lettera al padre, già spiegava il suo progetto. In un'altra lettera, scritta dopo la morte di Pilâtre, Zambeccari si rammaricava che l'amico francese non fosse stato più prudente nello sperimentare un aerostato che presentava alcuni seri rischi. E d'altra parte, lo stesso Zambeccari, perirà nel 1812 a causa dell'incendio del pallone a doppia camera su cui stava volando.
Dopo le morti di Pilâtre e di Zambeccari i palloni a gas soppiantarono sia quelli ad aria calda che quelli misti. I primi torneranno in uso solo a partire dagli anni '60, mentre i "Rozier" sono tornati alla ribalta nel 1992, quando Bertrand Piccard e Wim Verstraeten vinsero la Chrysler Transatlantic Challenge a bordo di un pallone Cameron R-77 da 3000 mc davanti ad altri quattro palloni dello stesso modello.

Schema costruttivo del Breitling Orbiter III Il pallone Rozier odierno funziona combinando l'uso dell'elio con quello dell'aria calda. Per il decollo la camera del gas viene riempita parzialmente con elio. Man mano che l'aerostato sale il calore del sole e la pressione atmosferica decrescente fanno espandere l'elio. Per mantenere costante la quota o per scendere l'elio viene fatto uscire attraverso apposite valvole poste sulla sommità. Durante la notte, in assenza dell'irraggiamento solare i piloti attivano i bruciatori a propano riscaldando l'aria che si trova nella camera sottostante a quella dell'elio. Se il pallone supera la quota massima consentita l'elio fuoriesce dalle appendici poste alla base dell'involucro per evitare che un'eccessiva espansione possa lacerare l'involucro. Sopra la camera dell'elio l'involucro contiene una ulteriore camera del gas che ha il compito di tenere distante l'involucro esterno da quello della camera del gas riducendo lo scambio di calore tra interno ed esterno.

I palloni Rozier sono stati utilizzati nei più recenti voli transoceanici e nei tentativi di circumnavigazione del globo senza scalo fino ai successi di Bertrand Piccard e Brian Jones nel 1999 (primo volo in pallone intorno al mondo senza scalo) e di Steve Fossett nel 2002 (primo volo intorno al mondo senza scalo in solitario). Dopo moltissimi tentativi, i palloni Rozier si sono dimostrati quelli più adatti a questo genere di imprese. Si tratta di aerostati frutto di una tecnologia sofisticata e gestiti da un team di specialisti del quale, oltre ai piloti, fanno parte scienziati, ingegneri, meteorologi, informatici, con uno schema di lavoro molto simile a quello delle missioni spaziali.

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