Breve storia dell'aerostatica italiana
Il futuro

L'evoluzione degli aerostati nel corso della loro storia è sempre stata strettamente legata alla ricerca scientifica, sia civile che militare, e alle possibilità di un loro sfruttamento economico. Molto probabilmente contuinuerà ad essere così anche per il futuro e dunque è nell'ambito scientifico e in quello commerciale che probabilmente vedremo nei prossimi decenni sviluppare aeromobili innovativi basati sui principi del volo più leggero dell'aria e forse le maggiori novità verranno dai dirigibili. Come abbiamo accennato nel capitolo dedicato a questo tipo di aerostati, in tutto il mondo ci sono diversi progetti in corso per riportare in auge queste macchine volanti che grazie ai materiali avanzati e alle tecnologie disponiblili attualmente, e ancor più nel futuro, possono garantire la necesaria sicurezza offrendo il giusto equilibrio tra costi e ricavi facendone così una alternativa competitiva per il trasporto di persone e merci. Analogo interesse viene dai possibili sviluppi militari, soprattutto per quanto riguarda la copertura radar: in questa direzione si sono mosse diverse industrie con ricerche e sperimentazioni. In Italia è stato studiato l'impiego di radar installati su palloni vincolati ad una quota di 1300 m per controllare il movimento delle imbarcazioni nelle acque territoriali e prevenire il traffico di esseri umani, armi e droga (i radar installati su questi aerostati sarebbero in grado di individuare un'imbarcazione di pochi metri in un raggio di molte decine di chilometri).

In Italia attualmente non esistono case costruttrici di aerostati e quindi da questo punto di vista, per quanto riguarda il volo da diporto e sportivo, per il momento il nostro paese è destinato a seguire l'evoluzione tecnologica degli altri paesi limitandosi all'importazione. Va detto, però, che a questa evoluzione il nostro paese partecipa grazie al lavoro di Paolo Bonanno, pilota, costruttore e progettista che, olte a costruire le mongolfiere con cui vola personalmente, studia e realizza i bruciatori per la Cameron Balloons che rappresentano il meglio attualmente disponibile sul mercato. Anche i bruciatori utilizzati sui palloni Cameron che hanno compiuto il giro del mondo (con Bertrand Piccard a Brian Jones e con Steve Fossett), devono qualcosa anche agli studi di Bonanno, soprattutto per quanto riguarda il problema della regolarità della combustione ad alta quota dove l'aria è più rarefatta e la pressione atmosferica è minore. Diverso, invece, il discorso che riguarda gli aspetti commerciali, legati sia al turismo che alla promozione e alla pubblicità, da noi purtroppo ancora poco sviluppati a causa di una serie di fattori che qui non è il caso di analizzare. Gli spazi per uno sviluppo però ci serebbero tutti: il nostro paese ha tutto per fare dell'aerostatica una attività economica redditizia così come avviene in Germania, in Francia o in Svizzera, tanto per citare alcuni esempi.

In anni recenti gli aerostati sono stati impiegati anche come mezzi di controllo e di analisi scientifica, ma anche per la ricerca archeologica e naturalistica. Lo sviluppo tecnologico e dei materiali legato all'impiego dei palloni stratosferici ha suggerito interessanti impieghi futuri degli aerostati soprattutto per quanto riguarda particolari ricerche e analisi scientifiche. Alcune realizzazioni sperimentali, come quella realizzata dalla Altaeros Energies, una società formata da studenti di Harvard e del Mit di Boston, hanno dimostrato la possibilità di sfruttare l'energia eolica prodotta dai venti ad alta quota tramite generatori alloggiati in appositi palloni vincolati, a costi inferiori rispetto a quelli delle normali torri eoliche alte solo poche decine di metri, molto più costose e con un impatto ambientale elevato.

I palloni aerostatici possono contribuire anche all'osservazione astronomica portando i telescopi ad altissima quota a costi enormemente inferiori rispetto a quelli richiesti dall'impiego di vettori missilistici e satelliti. Interessante, in questo ambito, il progetto seguito dal team Halo (High Altitude Lensing Observatory) con l'obiettivo di analizzare anche quanta materia oscura sia presente nell'universo. Google invece ha ideato il progetto "Loon" con l'obiettivo di portare Internet anche nelle aree più remote della Terra attraverso un segnale wi-fi diffuso da apparati portati in quota da palloni aerostatici, realizzando così il sogno di un pianeta completamente connesso. In questo caso c'è però chi si è chiesto, a dire il vero non a torto, se il colosso di Mountain View non farebbe meglio a puntare sui normali satelliti, dato che gli aerostati sono costretti a seguire i venti e pongono non pochi problemi per il loro controllo.

In campo aerospaziale, dopo i famosi satelliti per telecomunicazioni Echo, gli ottimi risultati ottenuti con gli aerostati utilizzati nell'atmosfera di Venere hanno spinto gli scienziati a studiare il modo di utilizzare i palloni anche per lo studio dell'atmosfera e della superficie di Marte, Giove e Saturno. Con l'esplorazione di altri corpi celesti si è aperto quindi un nuovo entusiasmante capitolo della storia dell'aerostatica. E il più leggero dell'aria, il più antico modo trovato dall'uomo per andare alla scoperta del cielo, potrà diventare anche un mezzo modernissimo per andare alla scoperta del cosmo.


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Viaggiare a bordo di una "nuvola passeggera"



Salire a bordo di una "nuvola passeggera" invece di prendere il treno, l'auto o l'aereo? E' Passing Cloud, il futuristico e immaginifico progetto ideato dall'architetto Tiago Barros presentato nel 2011 al concorso Life at the Speed of Rail promosso dal Van Alen Institute. Un mezzo di trasporto che propone una filosofia del viaggio non convenzionale: nessuna stazione di partenza definita, nessun orario stabilito o destinazione finale certa. La struttura è formata da una serie di palloni aerostatici sferici all'esterno dei quali troverebbero posto i passeggeri. Niente strade, vie ferrate o rotte determinate: solo un'immensa nuvola volante sospinta dai venti dominanti. Niente carburanti, niente emissioni inquinanti, niente rifiuti: solo il vento e la voglia di lasciarsi andare, senza tempi e senza meta. Una soluzione certo non molto adatta adatta per un impegno di lavoro o un appuntamento importante, ma che di sicuro stimola nuovi punti di vista all'insegna di un diverso concetto di viaggio, low speed ed eco-sostenibile.




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