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Equipaggi ovvero "Sherpa", l'altra faccia del volo in pallone


In aerostatica con la parola "sherpa" si indicano i componenti dell'equipaggio che assiste e collabora con il pilota in tutte le fasi prima, durante e dopo il volo. L'equipaggio è, dunque, una componente fondamentale del volo in pallone: i suoi componenti devono essere affiatati tra di loro e con il loro pilota. Di conseguenza un pilota efficiente e scrupoloso avrà un equipaggio efficiente e scupoloso, un pilota disordinato e distratto avrà un equipaggio disordinato e distratto. Molti anni fa su "Hobby volo" (rivista da lui ideata e diretta per un certo periodo e che oggi non esiste più) Pino Copparoni, pilota molto noto nell'ambiente aerostatico italiano, descriveva con ironia i rapporti tra il pilota ed il suo equipaggio: «L'incubo. Il pilota aggancia la cesta alla macchina, fissa i cavi, allarga l'involucro, allontana i ragazzini che si rotolano sul pallone, controlla il paracadute e la corda rossa, prova il bruciatore, verifica che l'involucro sia sano, fa uscire i ragazzini che sono entrati nella cesta, invita gli spettatori a non fumare, istruisce gli aiutanti sull'uso del ventilatore, piazza un volenteroso (uno solo non tutti!) alla corda di manovra e due ai lati dell'imboccatura del pallone, controlla che non ci siano ragazzini sotto l'involucro gonfio, scalda l'aria con il bruciatore, fa il cenno concordato con l'aiutante che deve spegnere il ventilatore, urla di mollare il cavo di manovra, corre a spegnere il ventilatore e a salvare l'aiutante che non sa come fare e alla fine decolla di corsa con a bordo tre clandestini che lo tormentano fino all'atterraggio con domande sulla teoria del volo aerostatico per poi defilarsi di corsa una volta atterrati.
Il sogno. Il pilota è al bar in piacevole conversazione con la splendida ragazza che sarà sua passeggera quando viene avvisato che il pallone è pronto e che non gli resta che infilare i guanti, prendere visione delle notizie sulle condizioni meteo e sulle previsioni di rotta, aiutare la passeggera ad entrare nella cesta e partire con lei per lo splendido volo indimenticabile»
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In mezzo a questi due estremi (in fondo non così esagerati come si potrebbe facilmente pensare!) c'è la realtà del rapporto tra un pilota ed il suo equipaggio. Come accennato più sopra, un buon equipaggio identifica un buon pilota: questo è un principio basilare, per cui un buon pilota sarà sempre in grado di avere un equipaggio in gamba. L'equipaggio di terra deve, quindi, evitare di trovarsi in difficoltà, non deve perdersi, non deve disturbare il pilota inutilmente, deve sapere sempre dove si trova. L'equipaggio di terra deve sapere seguire o precedere la mongolfiera durante il volo facendosi trovare puntuale all'atterraggio nel punto indicato dal pilota. A volte, ad un volo facile e piacevole fa riscontro un inseguimento pieno di imprevisti. Il pilota deve potersi fidare del proprio equipaggio e l'equipaggio, oltre a conoscere il proprio lavoro, deve saper prevenire e interpretare i desideri ed i comportamenti del pilota. Se, nel caso di un volo turistico, un buon equipaggio è garanzia di un volo divertente e senza rischi, in gara il suo atteggiamento e il comportamento dei suoi membri può influire non poco sui risultati del pilota e quindi sulla classifica. Anche il pilota, però, dovrebbe saper assumere un atteggiamento corretto e collaborativo con il suo equipaggio. Diciamo che, in linea teorica, la situazione ottimale è quella in cui un pilota con una buona esperienza come componente di equipaggio di terra è assistito da un equipaggio esperto i cui membri sono a loro volta piloti. Naturalmente si può essere ottimi "sherpa" senza essere piloti, ma un'esperienza da "sherpa" dovrebbe figurare nel curriculum di ogni pilota.

Anche se lo sherpa non pilota il pallone (e anche se magari non conseguirà mai la licenza di pilotaggio) egli deve comunque avere dimestichezza con i principi del volo aerostatico, deve saper maneggiare i vari apparecchi e le attrezzature della mongolfiera e deve conoscere le principali manovre per sapere sempre, in ogni momento, cosa fare e, soprattutto, cosa non fare. Lo sherpa che conosce il proprio lavoro sa quando è il momento per lui di decidere e quando lo è per il proprio pilota. Un bravo sherpa deve essere scrupoloso, efficiente, flessibile e discreto. Soprattutto durante una competizione capita di lavorare in un'atmosfera surriscaldata e nervosa. Il modo migliore per non perdere la calma è quello di impegnarsi nel proprio compito con tranquillità ed allegria: in fondo ci si sta divertendo a volare..!
Essere un buon "sherpa" non è difficile, ma per svolgere al meglio il proprio compito sono indispensabili alcune conoscenze di base, una buona forma fisica e l'esperienza che si matura direttamente sul campo. Maneggiare un aerostato (sia esso una mongolfiera, un pallone a gas o un dirigibile) richiede cura e dedizione: non è solo una questione di costo delle attrezzature, comunque notevole, ma soprattutto una questione di sicurezza per chi vola.

Fare lo sherpa è la cartina di tornasole per valutare il proprio reale interesse per il volo in pallone. Solo chi è disposto ad alzarsi a ore impossibili per passare una giornata a faticare, in mezzo alla polvere o al fango, patendo il freddo o il caldo, magari senza nemmeno volare. E solo chi è disposto a ripetere l'esperienza senza nemmeno sapere se potrà può dire di avere la passione per il volo in aerostato.

Diventare uno sherpa, cioè far parte dell'equipaggio di una mongolfiera, è un ottimo modo per entrare nel mondo dell'aerostatica e fare esperienza partecipando a raduni e competizioni e, in seguito, magari diventare pilota o commissario di gara o giudice o tutte queste cose. Nella pagina dei link si trovano gli indirizzi internet per contattare i piloti che operano in Italia, mentre il Calendario Aerostatico offre l'elenco aggiornato dei raduni che si svolgono nel nostro Paese. Non è facile entrare a far parte di un equipaggio, perché ogni pilota ha i suoi sherpa di fiducia e non li rimpiazza con il primo sconosciuto che passa, però tentare non costa nulla e richiede solo un po' di tenacia e di passione: in fondo l'autore di questo sito ha cominciato esattamente così.


L'equipaggio di "Boba" Bogliaccino: "The Most Stylish Crew In The World"
(Mondovi, Campionato italiano 2008 - Foto R.Spagnoli)



Il manifesto dello sherpa

Il testo che segue circola nell'ambiente aerostatico italiano da tempo imprecisato. Nonostante le ricerche cempiute nel corso degli anni, sulla sua origine e sull'identità del suo autore o autrice continuano ad esserci versioni discordanti e contraddittorie.
Il fatto che continui a circolare restando sostanzialmente immutato col trascorrere degli anni, dimostra ampiamente quanto "successo" abbia avuto presso la controparte "pilotesca"...

Quella che pubblichiamo qui di seguito è la versione più recente che ci è pervenuta.



Noi, sherpa italiani, consci dell'importanza del nostro ruolo nei giochi dei nostri piloti e padroni, ci ribelliamo alla schiavitù impostaci e, in cambio dei nostri servigi, chiediamo:
1) La distinzione degli sherpa in categorie basate sulle loro effettive capacità (dalla "5 stelle Lusso" fino all'infimo "sherpa di palude")
2) L'assegnazione di una carta topografica della zona di operazioni che riporti TUTTE le strade utilizzabili
3) La dimostrazione da parte del pilota della capacità di leggere una carta onde evitare di fornire indicazioni errate che causano recuperi a notte inoltrata
4) Il diritto di abbandonare il pilota al suo destino qualora sia atterrato in una zona impervia, isolata o comunque inaccessibile per manifesta incoscienza, paura o incapacità di intendere e volere
5) L'obbligo per il pilota di rendere nota la sua intenzione di atterrare PRIMA che ciò avvenga e non, come al solito, a catastrofe avvenuta
6) La fine della riprovevole usanza di essere ceduti ad altri piloti o barattati con persone o cose, senza il proprio consenso
7) Il versamento di un compenso aggiuntivo giornaliero in denaro per ognuna delle seguenti qualità manifestate dallo sherpa:
- intelligenza superiore
- scarso appetito
- fisico prestante ed atletico (se uomo)
- fisico procace e sensuale (se donna)
- capacità di esprimersi in inglese
- capacità di esprimersi in italiano
- capacità di esprimersi
- amore smodato, ma disinteressato, per le proprietà del suo padrone
- atteggiamento umile e servile
- totale assenza di istinto di ribellione
- freddezza nei confronti degli altri equipaggi, anche se in pericolo di vita
- entusiasmo per il proprio ruolo
- totale disinteresse per il volo
- assoluta indifferenza verso magliette, pins, giubbetti ed altri gadgets

Qualora queste richieste fossero accolte gli sherpa si impegnano solennemente a
- non dire parolacce via radio
- pagare di tasca propria le multe per eccesso di velocità o altre infrazioni al codice della strada
- non perdere il Gps o il telefonino del proprio pilota
- non capottare mai con il mezzo di recupero
- non prendere mai a calci il mezzo di recupero anche se fosse inadatto o mal funzionante
- vestirsi in modo civile
- non ubriacarsi
- difendere ad oltranza, anche con l'uso di armi, il proprio pilota negli scontri con i contadini a causa di dannegiamento di campi di grano maturo, abbattimento di vigneti, modifiche edilizie ai cascinali, stragi di animali, ecc.
- non picchiare mai e per nessun motivo il proprio pilota nemmeno se, dopo quattro ore di disperata ricerca, fosse infine ritrovato in un'osteria di campagna in amena conversazione con la bella passeggera essendosi scordato di avvisare il proprio equipaggio dell'avvenuto atterraggio.

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«Dalla parte dello sherpa»

www.siempreenlasnubes.com




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